mercoledì, maggio 31, 2006

Riflessioni [3]


Da aiuto biblico.
La Bibbia ci insegna che esiste la tristezza secondo il mondo, e anche la tristezza secondo Dio. Nella tristezza secondo Dio, la persona riconosce quanto il peccato in sé è abominevole. Egli è aggravato per il peccato in sé, anziché per le conseguenze temporali del suo peccato. Avendo questa tristezza, uno riconosce che avendo peccato ha offeso il Signore Dio, e questo gli è un terribile peso.

Al contrario, la tristezza del mondo è una tristezza non per il peccato in sé, ma per le conseguenze del peccato. Per esempio, se una persona ruba al suo datore di lavoro, e viene scoperta, e così perde il lavoro, può essere molto triste per quello che è successo, ma la sua tristezza non deriva dal fatto che aveva rubato, ma dal fatto che il suo rubare ha provocato la perdita del suo lavoro.
Similmente, può succedere in una chiesa che una persona pecca, e poi si rende conto che il suo peccato lo ha messo in una brutta luce davanti gli altri e, avendo ancora il cuore pieno di orgoglio, potrebbe essere molto pieno di tristezza per quello che ha fatto. Ma in questo caso, la tristezza non è per il peccato in sé, che ha offeso Dio, ma piuttosto perché si vergogna davanti gli altri.
Quindi, quando pecchiamo, è molto importante esaminare il nostro cuore e riconoscere per quale motivo siamo tristi. Solo la tristezza secondo Dio porta a ravvedimento, che porta al perdono e alla salvezza. Un brano che spiega questo principio è 2Corinzi 7:8-11, in cui l’Apostolo Paolo parla con i Corinzi di una lettera in cui li aveva duramente ripreso per un loro peccato.

“8 Anche se vi ho rattristati con la mia lettera, non me ne rincresce; e se pure ne ho provato rincrescimento (poiché vedo che quella lettera, quantunque per breve tempo, vi ha rattristati), 9 ora mi rallegro, non perché siete stati rattristati, ma perché questa tristezza vi ha portati al ravvedimento; poiché siete stati rattristati secondo Dio, in modo che non aveste a ricevere alcun danno da noi. 10 Perché la tristezza secondo Dio produce un ravvedimento che porta alla salvezza, del quale non c’è mai da pentirsi; ma la tristezza del mondo produce la morte. 11 Infatti, ecco quanta premura ha prodotto in voi questa vostra tristezza secondo Dio, anzi, quante scuse, quanto sdegno, quanto timore, quanto desiderio, quanto zelo, quale punizione! In ogni maniera avete dimostrato di essere puri in questo affare.” (2Cor 7:8-11 NRV)

Teniamo in mente che solo la vera tristezza secondo Dio produce il vero ravvedimento, che porta a veramente confessare il peccato. Davide era triste per il suo peccato, perché gli pesava di aver peccato contro Dio. Non parlava della sua reputazione davanti agli altri, non parlava di altre conseguenze terrene che aveva avuto. Il suo peso era per il fatto che aveva offeso il suo Signore e Salvatore. Questo è un frutto della tristezza secondo Dio.
Finora, abbiamo visto che il vero ravvedimento è fondato su una vera tristezza per il peccato, un peso tremendo per il fatto di aver peccato contro il Signore.
La tristezza secondo Dio produce sempre questo peso e, quando c’è, questo peso schiaccia e distrugge l’orgoglio nel cuore di quella persona. Perciò, questo peso rende la persona umile.
L’uomo produce tristezza, la produce in quantità industriale ogni giorno, mi domando dove si potrà smaltire. La tristezza è nell’uomo con i suoi atti, le sue incurie, le sue superficialità, il suo orgoglio che purtroppo non fa altro che rendere simile l’uomo ad un ANIMALE è questa la vera tristezza e decadenza del rapporto umano, il rispetto, l’amicizia esistono sempre, la fedeltà è un valore attuale?
Forse sono io che sono vissuto in un’altra epoca o in un altro mondo, ma questi valori non le sento più, sento solo che mi mancano e per questo come il Signore sono triste.