lunedì, luglio 31, 2006

Un ricordo di luglio

Paolo Borsellino
Paolo Borsellino

Mi ricordo che era domenica, una delle domeniche di luglio era caldo, mi alzai tardi feci un po’ di colazione, mi feci una doccia e pranzai, era caldo.
Quel caldo che non ti fa muovere, ero ancora fresco di doccia così mi distesi nuovamente sul letto, dormicchiando fino alle cinque, poi del letto mi stufai e con i miei genitori si accese la tv, dopo pò sul video apparse: “tg1 edizione speciale”, pensai ad un terremoto a un treno deragliato, niente faceva pensare a quello che da lì a poco si poteva sentire e vedere.
La prima volta che sentii: “Borsellino è stato ucciso con la scorta”, in me riapparve l’immagine di Capaci, di Giovanni Falcone della quantità di violenza anche visiva dal cratere di terra fatta saltare e le prima parole balbettate furono: “E’ morta l’Italia onesta e libera
Giovanni Falcone era stato ucciso poco tempo prima, e mi ricordai le parole di Paolo, “sono un morto che cammina”.

L’Italia per me era già morta quando in un altro luglio scomparve Enrico Berlinguer.

L’immagini dell’attentato furono chiare, senza dubbi feroci, assassine, gesti che una democrazia non può avere, non si può permettere e invece ci fu la sensazione dell’impotenza di una società spaccata, senza ordine, senza leader.

Luogo della strage
Combattere era il solo obbiettivo, ma chi?
Brigate Rosse, ma chi erano e soprattutto chi sono?
La Mafia?
L’operai di sinistra?
L’operai di destra?
Il capitalismo?
L’industriale?
Il politico?
Chi?

Certamente non i comici, anche perché sono tenuti fermi da altri organi, ma il giornalista che curiosava, l’imprenditore che non pagava il pizzo o che appaltava e appalta in una certa maniera.
Borsellino era il simbolo di una Italia libera e onesta che voleva tutto consapevolmente legale.

La povertà, la disuguaglianza dentro lo Stato dei due giudici non c’erano, eppure, all’inizio c’era poca importanza da parte della società, forse era creduta un impresa impossibile, ma poi arrivarono i risultati e si iniziò a credere che quella strada era giusta.

Corrotti, mafiosi, traditori via dallo Stato, ricambiati da gente onesta pulita, tutto questo in poche settimane fu cancellato per sempre e per sempre è rimasto dentro la gente onesta, non si può dimenticare le immagini, i loro parlare sottovoce le loro riflessioni le loro indagini, non si può dimenticare che loro sono stati gli unici ad andare ad un passo dalla vittoria, a Giovanni e Paolo e a tutti coloro che combattano la disonestà, la mafia, l’imbroglio voglio dire non fermatevi, non abbandonate questo paese, una due sconfitte, ce na saranno altre, ma alla fine se si insiste qualcosa di buono verrà fuori oppure vogliamo restare dei morti che camminano?.
Ricordiamoli così
Manifesti in onore di Falcone e Borsellino