lunedì, marzo 26, 2007

Sono stufi anche loro - Busch


Stati Uniti - 20.3.2007
Siamo evangelici, non caporali
Il campo evangelico Usa condanna le torture e riconosce l'effetto serra. Ma su questi temi le opinioni non sono omogenee.

Etichettato da anni come la base conservatrice di George W. Bush, lo zoccolo duro che sostiene l'attuale amministrazione Usa e ne influenza le scelte in materia di politica sociale ed estera, il mondo evangelico statunitense inizia a mostrare crepe una volta invisibili, dividendosi tra pragmatici e irriducibili. Nelle ultime settimane, questa crescente spaccatura si è manifestata su due temi finora tabù per i teo-con: l'effetto serra e le critiche al modo in cui l'amministrazione Bush sta conducendo la guerra al terrorismo.

Condanna della tortura. In un'assemblea tenuta lo scorso fine settimana nel Minnesota, la National Association of Evangelicals (Nae) – un'associazione ombrello di diversi gruppi, con oltre 30 milioni di membri – ha condannato gli abusi commessi dalle forze armate Usa in Iraq e in Afghanistan, che hanno “oltrepassato il confine di ciò che è legalmente e moralmente plausibile”, rendendo il Paese ipocrita agli occhi del mondo musulmano. “Le leggi statunitensi e la dottrina militare vietano il ricorso alla tortura o al trattamento crudele e degradante. Tragicamente, nella guerra al terrorismo sono stati documentati casi del genere”, ha affermato la Nae con un comunicato finale. I leader evangelici si sono affrettati a precisare che tale presa di posizione non rappresenta una critica all'amministrazione Bush. “Siamo conservatore, su questo non ci piove”, ha detto il reverendo Rich Cizik, responsabile delle politiche a Washington della Nae, “e sosteniamo in modo incondizionato la guerra al terrorismo. Ma ciò non significa che la sosteniamo se effettuata con ogni mezzo”.

Cambi di posizione. Sono concetti che negli ultimi anni sono stati espressi da gruppi per la difesa dei diritti umani e osservatori internazionali. E dato che gli evangelici sono stati tra i più genuini sostenitori dell'invasione dell'Iraq e dell'immagine delle forze armate, alimentando il clima patriottico degli Stati Uniti post-11 settembre, queste parole rappresentano una specie di rivoluzione. Ma questo cambiamento non è l'unico: negli ultimi mesi, alcuni leader evangelici hanno improvvisamente abbracciato un tema ancora più caro all'America progressista e ancora più tabù per quella conservatrice: l'effetto serra.
Continua.................

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